Presentazione del libro “MINIERA” di Rosalba Mariani
Presentazione del libro MINIERA di Rosalba Mariani
Ordinariamente non presentiamo libri. Perché lo fanno egregiamente altre associazioni e perché noi abbiamo optato per un altro tipo di manifestazioni; scegliendo tematiche molto vaste, nella manifestazione della Pentola delle Idee le abbiamo affrontate dai più vari punti di vista e usando tutti i linguaggi per noi possibili: le conferenze, il cinema, le mostre, il teatro.
L’ultimo di questi grandi temi è stato l’emigrazione femminile, appena due anni fa.
Un confronto fra quanto è accaduto e hanno vissuto le donne dorgalesi nei paesi di emigrazione e ciò che vivono oggi le straniere che sono qui e lavorano nella nostra comunità.
Un confronto fra generazioni (50/60enni le dorgalesi; giovani e giovanissime le immigrate) e un confronto fra condizioni generali di emigrazione in termini di scolarità, diritti, di possibilità occupazionali. Una esperienza che allargava i confini mano a mano che procedevamo e che ha portato alla pubblicazione intitolata “Le Migranti”. Era, come in tutte le nostre iniziative la storia del prima e del dopo, de sas raichinas e de sas chimas.
Ancora alcuni anni prima avevamo organizzato una sorta di tavola rotonda, un confronto e una riflessione fra diverse figure di donne dorgalesi che in più settori, dalla tradizionale tessitrice alla moderna imprenditrice turistica, fino alla ricercatrice in settori tecnologicamente avanzati, esprimevano delle eccellenze. L’occupazione del passato e l’occupazione del futuro.
E poi abbiamo realizzato una mostra fotografica “Identità femminili a confronto”; una mostra collettiva d’arte figurativa de Le Mutanti e l’iniziativa su “Sas paraulas adornàs” sulle voci e forme della religiosità popolare, patrimonio quasi totalmente in carico alle donne.
Perché richiamo queste esperienze? Per dire come siamo arrivati al libro di Rosalba Mariani. Per dare ragione di quel filo conduttore che come Associazione abbiamo sempre coltivato e filato in più direzioni. Con l’obiettivo di imparare a leggere le vicende del passato che istruiscono e producono segnali per il futuro. In particolare dalla parte delle donne.
In questa percorso il libro Miniera ci è parso importante, perlomeno per tre ordini di ragioni;
– E’ una storia che muove da Dorgali e attraverso le persone e i personaggi rimanda agli umori, alla vita, ai valori di questa comunità; Rimane un po’ sbiadito, in sottofondo, ma nei momenti cruciali, come il periodo della guerra, è un porto dove riparare. Segno che nella testa e nel cuore evoca la protezione, la salvaguardia.
Rosalba ha raccontato la sua storia; una storia che appartiene a
tutte noi perché i ricordi sono cosa comune e come tali, preziosi.
– E’ una storia che ci appartiene in senso più largo per i luoghi in cui si dipana. I luoghi di miniera, Certo noi, qui nel nostro territorio, non conosciamo a fondo le problematiche; non abbiamo avuto molti minatori, ma la nostra regione è ricca di miniere ed ha una lunga storia. Credo si possa dire che la miniera nell’immaginario di tutti noi è qualcosa ad un tempo terribile e suggestivo: le estreme condizioni del lavoro sottoterra e lo sviluppo occupazionale e il relativo benessere che hanno conosciuto i distretti minerari ed anche la formazione di un solido nucleo di classe operaia..
Tutta la storia politica ed economica della Sardegna, negli ultimi
due secoli, è intessuta delle vicende e delle sorti dell’industria
mineraria. E’ anche la nostra storia.
– Ma ancor più del fatto che parte da Dorgali; che disegna l’organizzazione e le condizioni di lavoro e di vita dei minatori, dei lavoranti minorenni e delle misere condizioni delle donne,
La terza buonissima ragione è che le narranti sono le donne. Donne che gettano uno sguardo sul mondo e sulla storia.
E allora raccontare è sempre una matassa ingarbugliatissima che ha a che fare con tutti i cambiamenti che intervengono nella famiglia, sella società, nel mondo
Le protagoniste:
– Maria, richiamata sempre a tinte tenui, che senza clamore ispira e governa tutte le situazioni; che si tanto sicura di sé da percorrere all’incontrario anche i sensi unici della vita e della storia. Donna forte, di grande valore. Forse ha preso insegnamento dal coraggio di cui ha dato prova sua madre, arrivando la prima volta a Dorgali.
– E Silvia che si nutre di libri, di incontri e guarda sempre più in là, oltre gli accadimenti, nel regno del possibile e ispira la sua vita al modello della responsabilità che dissemina in lungo e in largo della sua esistenza. Con la sorella prima, con le nipoti poi.
E che risulta un bell’esempio di robusta autonomia e fantasiosa amante della libertà.
L’autrice, Rosalba che ha conquistato la parola in un circuito in cui la parola è usuale e normale per gli uomini. Che è uscita dal salotto, luogo dove la chiacchiera e l’affabulazione sono possibili, ma sono ininfluenti, senza potere.
Rosalba ha fatto il salto; si è appropriata della parola autorevole. Dice la sua (sulle vicende del mondo).
Noi apprezziamo molto la conquista della scrittura da parte di una donna, perché dà valore e memoria agli avvenimenti, alle cose e alle persone con modalità, colori, ritmi, e tempi che non sono i medesimi che avrebbe adoperato un uomo. Perché la scrittura è la più forte e trasgressiva delle conquiste ed ha una straordinaria valenza simbolica. E’ il massimo esercizio del potere.
Dire “in pubblico” ciò che si pensa, cosa si vuole, e come lo si vuole.
Che è uno scrivere diverso lo testimonia anche il fatto che la storia, pur raccontata dentro un importante processo produttivo, non è dominata dall’approccio economico che oggi è una vera ossessione per tutti. Lei ha privilegiato il quotidiano e il rapporto personale che lega i suoi personaggi.
Specialmente in passato la scrittura femminile è stata molto criticata e considerata uno sfogo, un’effusione personale sganciata dai valori universali che si attribuiscono all’arte dello scrivere. E infatti i valori che hanno prevalso sono stati quelli maschili; sono stati gli uomini a decidere cosa avesse o no valore o significato universale. Diceva Virginia Woolf: “Il calcio e lo sport sono importanti, la moda, i vestiti, sono futili…. Questo è un libro importante perché tratta di guerra; quello è un libro insignificante perché tratta dei sentimenti delle donne”
Meno male che oggi la donna che scrive non fa più notizia, né scandalo e tantissime sono coloro che pubblicano distinguendosi anche nei più prestigiosi premi letterari.
Superato il tempo della rivendicazione, ora una donna può affrontare e scrivere su ogni argomento e su ogni tematica a cui regalare la ricchezza della propria visione.
Siamo arrivate, dopo lunghissimo tempo, là dove gli uomini erano già da secoli.
Ecco, questo traguardo conquistato individualmente merita riconoscimento esplicito e sostegno incondizionato.
Quando ho letto Miniera io ho immagino Rosalba che ripensava alle lettere che aveva a lungo conservato e ad un certo punto è arrivato il tempo in cui non ha più potuto sottrarsi dallo scrivere questa storia; che era diventata impellente e irrinviabile. Come dire che se avesse fatto altrimenti, avrebbe mancato ad un compito.
Così molte donne raccontano il processo di avvicinamento alla scrittura. Una spinta che nasce dal bisogno di condividere con gli altri qualcosa che altrimenti diventerà intollerabile come il trascorrere del tempo che sbiadisce e cancella.
Poi, se vuole, ci dirà se è accaduto così e quanto è costato tutto ciò.
Per queste cose l’Associazione Raichinas e Chimas ha riconosciuto nel libro di Rosalba Mariani un pezzo, una tessera significativa nel percorso della espressività femminile.
I nostri ospiti:
L’autrice Rosalba Mariani – si è sempre occupata di pubbliche relazioni per importanti aziende nazionali e multinazionali ed ha collaborato con tanti comuni per la promozione di progetti culturali come il premio Dessì del Comune di Villacidro. Ora naturalmente è in pensione e coltiva altrettanto assiduamente la memoria.
Rosalba è figlia di dorgalesi. Di Dorgali ne ha solo sentito parlare… Ma questo ce lo racconterà lei se vuole.
l’editore del libro: Carlo Delfino, forse il più importante editore della cultura sarda: dalla storia, all’archeologia, alla poesia e alla saggistica. Si è dimostrato sensibile e disponibile verso lo scrivere delle donne. Non è casuale che abbia generosamente pubblicato il nostro “Sas paraulas adornas”, ma anche il libro di Mariangela Sedda “Sotto la statua del re”.
Commenteranno il libro:
la scrittrice Mariangela Sedda , scrittrice, collaboratrice di numerose riviste sarde e nazionali, animatrice di tante associazioni culturali, elaboratrice di progetti in settori diversi: cinema, multimedialità, emigrazione, insomma una intellettuale a tutto tondo. E’ autrice fra l’altro di Oltremare già presentato e
di “Storie di miniera”, monologo scritto per il teatro
il giornalista Giampaolo Meloni, inviato della Nuova Sardegna che si è sempre occupato di miniere e del Parco Geominerario; ha collaborato alla realizzazione di alcune trasmissioni di Rai2
Ci farà il punto sulla situazione odierna del mondo delle miniere;
su questo comparto produttivo che si sta avviando
definitivamente alla chiusura.
Gli interventi e i commenti saranno arricchiti dalla lettura di
alcuni brani del libro, a cura dell’insegnante Francesco Ticca
accompagnato alla chitarra da Gianni Sagheddu.
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